FIRENZE VINTAGE BIT 2020
L'evento di riferimento per i collezionisti di retrocomputer e gli appassionati di archeologia informatica.
Tanti anni fa, Bar e Circoli erano i ritrovi d'elezione dove potersi rifugiare per giocare a carte o a biliardo, leggere a sbafo la Gazzetta dello Sport, riunirsi con gli amici per organizzare una gita fuori porta.
C'era il juke-box per ascoltare la musica del momento, mentre la TV era accesa solo in occasione delle partite di calcio dell'Italia.
I giochi per i più giovani erano il ping-pong, il biliardino (detto anche "calcino" o "calcio-balilla") e il flipper pieno di luci lampeggianti.
Il flipper era la cosa più elettronica per giocare, dove i relè facevano scattare le cifre del punteggio e suonare alcune barrette metalliche poste sotto il vetro dove rotolava la pallina d'acciaio.
Poi, un giorno, ecco apparire il videogioco elettronico. Un cabinato (con colori a fantasia) incorporava un computer con monitor, altoparlanti, una pulsantiera per i comandi e la gettoniera.
Bastava inserire una moneta e, come per magia, si entrava in un mondo fantastico costituito da astronavi, mostri, muri da abbattere, gare di automobilismo. A gruppi di quattro o cinque ci si accalcava intorno alla postazione per aspettare il proprio turno, carpire i segreti dei giocatori più esperti e imparare a superare gli "schermi" più difficili. Melodie elettroniche ed effetti sonori (laser, esplosioni, vite guadagnate) diventarono il rumore tipico di un Bar aperto al pubblico. Giochi come "PacMan", "Space Invaders", "Donkey Kong" sarebbero diventati "classici", tanto da originare dei modelli di classificazione. Erano creati da aziende con nomi esotici che, negli anni successivi, avrebbero messo in produzione playstation dalle prestazioni inimmaginabili. Il computer nascosto dentro il cabinato, funzionava con un microprocessore Z80 a 8 bit oppure un 8086 a 16 bit. All'inizio si usavano monitor in bianco e nero o a fosfori verdi, ma ben presto furono montati quelli a colori e la grafica divenne sempre più raffinata.
La prima generazione elettronica italiana si è formata così, spendendo vagonate di monete da 100 Lire (per la disperazione dei propri genitori).
Con i primi home computer regalati a Natale e la possibilità di giocare a casa propria, la romantica epopea dei videogioco da Bar si avviò al tramonto. Dei titoli più famosi, cominciarono a diffondersi versioni adatte a girare sugli home computer più venduti.
Il Team di FVB
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